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È situata nell'omonima piazza nel centro storico di Castel Volturno. Fu eretta nel XVI secolo, ma fu più volte rimaneggiata, l'attuale impianto, insieme alla torre campanaria in quattro piani e di forma quadrata, risale al XVIII secolo. La facciata esterna della chiesa è a capanna e presenta al centro due aperture una nel sottotetto di forma rotonda e sotto questa un'ampia finestra ad arco, sui vetri della quale è raffigurata la scena dell'Annunciazione.

 

chiesa ss annunziataIl sagrato coperto è delimitato da un imponente porticato rettangolare racchiuso tra cinque cancelli di ferro a due ante del 1886, quello centrale più grande ne ha poi due più piccoli ai lati sormontati da due finestra ovali, mentre vi sono altri due cancelli uno sul lato destro ed un altro su quello sinistro. Sotto il porticato del sagrato, sul lato sinistro, vi è posto una lapide di marmo del 1995, che riporta tutti i nomi dei vescovi e dei parroci, che hanno retto nei secoli la Parrocchia di S. Castrese. Oltrepassato il sagrato ci troviamo di fronte il monumentale portale cinquecentesco, che porta incisa l'in alto l'intestazione: DIVE ANNUNTIATAE TEMP. AN.DNI MDXXXIII. Esso è costruito in blocchi di travertino scolpiti con motivi geometrici o floreali stilizzati, per la maggior parte situati sotto la curva dell'arco.

Le finte colonne ai lati del portale hanno i capitelli in stile ionico, il piedistallo che le sorregge porta scolpito due stemmi infiocchettati da nastri; in quello di sinistra, sono incise in uno scudo le iniziali A.G.P. (Ave Graia Plena), in quello di destra vi è raffigurato un ponte tra due torri ineguali per altezza e grandezza. L'intento dell'artista era quello di raffigurare evidentemente il ponte romano fatto erigere nel 95 d.C. dall'imperatore Domiziano a Castel Volturno.

Il grande e massiccio portone di legno diviso in due battenti è suddiviso a sua volta in riquadri, nei due centrali posti in alto vi sono raffigurati in rilievo, in quello di sinistra, un Angelo con in mano un giglio, mentre in quello di destra la Vergine, negli altri riquadri ricorre lo stesso motivo floreale stilizzato. Oltrepassato il portone ci si trova, salendo un gradino, in un vestibolo rettangolare, delimitato da un grande portone centrale a due battenti e da due porticine laterali, che immettono nella chiesa vera e propria, entrando a sinistra vi è una piccola porticina che immette in una scala a chiocciola che porta sullo spazio soprastante il vestibolo, per il coro e l'organo, entrando a destra troviamo affissa sul muro la seguente iscrizione: A.G.P. / ANNO AERAE VULGARIS MDCCXXVI / DIE XXVIII APRILIS DOMENICA IN ALBIS / NIC. ABBATI EPUS CALENI / EMI, AC. REV. D. NIC S.R.E. CARDIN. CARACCIOLI / ARCHIEPI CAPUAE VIC. GLIS / CONSECRAVIT HANC ECCLESIAM ET ALTARE / INCLUSIS S.S.M.M. EXUPERY ET ASELLI / RELIQUIIS / ET OMNIBUS XPI FIDELIBUS VISITANTIBUS IN DIE ANNIVERSARIO / XL DIES DE VERA INDULGENTIA IN FORMA ECCLESIAE CONCESSIT / D.D. ANDREA CARAMANNA / DETIO FALCONE ET IOACHINO FRANCHINO.
L'interno della chiesa è costruito da una sola navata, le due pareti laterali sono formate da quattro archi simmetrici, in sei dei quali sono inseriti degli altari di marmi, sui quali sono poste delle tele. Sul lato sinistro, appena superata porticina laterale, troviamo inserito nell'arco addossato alla parete il quadro di S. Rocco, nel successivo è invece posto un altare con sopra una tela raffigurante S. Giuseppe, seguono un altro altare con una tela raffigurante il battesimo di Gesù e nel successivo la Madonna di Pompei; sul lato destro il volto Santo di Cristo, e poi un altare sul quale è posto una tela della Madonna del Carmelo tra le anime del Purgatorio e sul successivo un San Castrese, segue poi sospeso in alto sulla parete un pulpito in legno dorato. Oltrepassato il transetto, diviso dalla navata da una balaustra in marmo rosso e da un piccolo cancello di ferro, troviamo l'abside a forma quadrata, essa è delimitata da quattro archi sui quali poggia il tamburo ottagonale dell'ampia cupola, al centro della quale sono posti un altare di fattura settecentesca in marmi policromi, sul quale è posto una pala del quattrocento raffigurante l'Annunciazione della Vergine, e un contro altare, di recente costruzione, sulla cui facciata è stata inserita una lastra di marmo settecentesca, sulla quale è inciso un ponte tra due torri ineguali per altezza e grandezza su un fiume. Sul lato sinistro, prima di arrivare ad una porticina che immette nella torre campanaria, si trova la lastra tombale di Cesare Figliano. Il bassorilievo è racchiuso da un bordo istoriato di fiori e foglie stilizzate, il corpo del defunto giace raffigurato disteso sul letto di morte sul lato sinistro, la testa, rivolta verso l'altare, riposa adagiata su un cuscino, che presenta quattro nappe ai lati. Il volto è raffigurato con gli occhi chiusi, i capelli corti e la barba, il braccio sinistro con la mano chiusa è posta sotto la testa. L'abbigliamento è quello spagnoleggiante del XVII secolo, al collo porta una gorgiera a ruota, il busto è rivestito di un giubbotto, che arriva ai fianchi, con bottoni sul davanti, con lunghe maniche con spalline e una cintura annodata in vita, i pantaloni sono alla zuava con un fiocco sulla gamba destra, che sono rivestite, queste ultime, di calze lunghe con ai piedi delle scarpe basse senza stringhe. Il braccio destro è posto tra le gambe, le dita della mano stringono una corona per il rosario. Una iscrizione riporta: PRECLARO HVIC TVMULO CESARII FILIANI / SVBSVNT QVI HOC VVLTURNI OPIDVM VIT / ILLVSTRAVIT AC AD SVI MEMORIA FILI / EM SACELLV HOC SIBI SVISO DI.

Nella retrostante sagrestia dell'altare maggiore vi sono anche qui due lastre tombali, quella sul alto destra appartiene a Luca Giovanni Toscano, è rotta al centro trasversalmente. Il defunto è raffigurato dormiente sul letto di morte, con il corpo reclinato sul lato sinistro, la testo poggia sopra un cuscino, che ha quattro nappe applicate negli angoli. La mano sinistra è posta sotto la guancia, che ha barba e baffi, i capelli sono corti, gli occhi sono socchiusi; ha in dosso una casacca, cha arriva ai fianchi, è chiusa sul davanti da piccoli bottoni, ha le maniche lunghe, una cintura legata in vita e una gorgiera a ruota al collo, i calzoni si fermano alle ginocchia, dove sono chiusi con tre bottoni ai lati, il vestito indossato è molto drappeggiato, le colze sono lunghe e le scarpe basse e allacciate con piccoli fiocchi, la gamba sinistra è piegata sotto quella di destra, così il braccio desto riposa tra le gambe e stringe tra le mani un paio di guanti. Dietro alle gambe adagiato su un cuscino vi è un piccolo cagnolino, su davanti lo stemma gentilizio, in uno scudo è raffigurato un tronco di albero con quattro rami spezzati, con sopra una stella.

La scritta incisa riporta: LVCAS IOES THVSCANVS DE REGIMENE EIVS / PATRIAE EX FIDE PRAEFIECTVS AETATIS SVE / XLV OBIIT XVII MARTII MDLXXXIII. Sul lato opposto della stanza, sempre dietro l'altare maggiore, in corrispondenza dello stesso sepolcro vi è il bassorilievo tombale di Matteo Phoeniciosa, anche qui il corpo del defunto presenta la medesima posizione dei due precedenti, reclinato sul lato sinistro ha la mano posta sotto la guancia, la testa riposa su un cuscino con quattro nappe negli angoli, anche questo personaggio presenta un abbigliamento simile a quelli precedenti anche se meno drappeggiato, tra le mani stringe il rosario, dietro la gamba destra vi è un piccolo cagnolino accoccolato, dietro a quella di sinistra invece vi è uno stemma gentilizio a forma di scudo, nel quale è rappresentano un falco su un ramo, che sta adocchiando una colomba in volo. L'iscrizione riporta: MATTHAEUS PHOENICIVSA, TENERIS ANIS / SVOR VESTIGIA SECVTVS CVRSV XLVI / IAM EX ITINERE LAPSVS SIC SVB ISTO / LAPIDE SEDIT MDXCIII DIE II FEB.